Me Agape Reportage

Bambini italiani, soli e tecnologici

Ci sono sempre più figli unici, aumentano quelli che vivono con un solo genitore e sono molto tecnologici: quasi tutti hanno ormai il telefonino.

Il contesto familiare è cambiato ed è l’Istat a fotografare la situazione di bambini e ragazzi italiani nel rapporto “Infanzia e vita quotidiana” diffuso oggi.

Sempre più spesso i bambini sono senza fratelli o sorelle: tra il 1998 e il 2011 la quota di minori senza fratelli è salita dal 23,8% al 25,7%; i minori con 2 o più fratelli sono calati dal 23,1% al 21,2%; sostanzialmente stabili al 53,1% i bambini con un solo fratello. Allo stesso tempo cambia l’organizzazione in casa e raddoppiano i minori che vivono con un solo genitore: dal 6% del 1998 si è arrivati al 12% del 2011. Si riduce notevolmente, invece, dal 40,5% al 28,7%, la percentuale di minori con padre occupato e madre casalinga: sono quindi di più i bambini con entrambi i genitori che lavorano (41,5%) rispetto a quelli che hanno la madre casalinga. Il dato, riferito ai 12 anni esaminati, ha avuto un netto calo negli ultimi anni segnati dalla crisi economica.

A motivare i cambiamenti più macroscopici, secondo l’istituto di statistica, intervengono fattori come il calo della fecondità, il progressivo inserimento delle donne nel mercato del lavoro e l’aumentata instabilità coniugale, che fa crescere il numero di famiglie con un solo genitore.

La crisi economica si è fatta sentire in famiglia in modo particolare: dal 2008 al 2011 ha cominciato di nuovo a diminuire la percentuale di bambini e ragazzi che vivono con ambedue i genitori occupati. La situazione, però, è molto differenziata territorialmente: nel Nord del paese, infatti, i minori che hanno tutti e due i genitori occupati superano il 51%, a fronte del 24,3% nel Sud.

Pesa anche l’aumento di separazioni e divorzi, in conseguenza del quale cresce il numero dei bambini che vivono con un solo genitore (dal 6% al 12%). Se rimane stabile il dato dei minori che hanno un solo fratello – 53%, il caso più frequente – crescono invece i figli unici, dal 23,8% del 1998 al 25,7%. E calano i minori che hanno due fratelli o più (dal 23,1% al 21,2%). Anche in questo caso ci sono differenze territoriali: nel nord la percentuale di minori senza fratelli supera il 30% e nel centro si attesta al 26,4%, mentre nel sud e nelle isole le quote scendono rispettivamente al 18,6% e al 21,6%.

La presenza di bambini all’interno della famiglia comporta una riorganizzazione dei tempi di vita familiare – sottolinea l’Istat – soprattutto nel caso in cui entrambi i genitori svolgano un’attività lavorativa. Infatti, nei momenti in cui il bambino non è a scuola o con i genitori è necessario ricorrere a figure che sostengano la famiglia nella cura dei figli. Nel 2011 sono 6 milioni e 32 mila (il 79,5% del totale) i bambini tra 0 e 13 anni che vengono abitualmente affidati a un adulto quando non sono con i genitori o a scuola. A risolvere la situazione, sono, nella maggior parte dei casi, i nonni, che si confermano così un anello molto importante della famiglia e del sistema italiano del welfare.

Riguardo al comportamento ed alle abitudini di bambini e ragazzi, le nuove tecnologie sono il terreno rispetto al quale si cambia più velocemente. Cresce l’uso del cellulare, che quasi raddoppia tra gli 11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011). E l’aumento maggiore si verifica tra i più piccoli: la quota di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che utilizza il cellulare è passata, infatti, dal 35,2% al 86,2%, mentre tra i 14 e i 17 anni dal 70,4% al 97,7%. Nel 2011 il 67,3% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni utilizza il cellulare e il 56,4% ne possiede uno tutto per sé.

Il telefonino si trasforma in strumento multimediale: diminuisce dal 20,3% al 3,9% la percentuale di 11-17enni che lo usano solo per telefonare. E aumenta notevolmente anche l’utilizzo di internet: per la classe di età 6-17 anni si passa dal 34,3% nel 2001 al 64,3% nel 2011; per gli 11-17enni si passa addirittura dal 47,0% al 82,7%.

Fra pc, cellulari e internet, i ragazzi sono sempre più connessi. Dal 2001 al 2011 i bambini fra i 3 ed i 17 anni che usano il personal computer sono passati dal 55,8% al 62,1% e l’utilizzo della rete tra i bambini e i ragazzi di 6-17 anni è passato dal 34,3% al 64,3%. Ma se aumenta la quota di bambini che usano i videogiochi e il computer, i giochi tradizionali restano però i preferiti: dai 3 ai 5 anni le piccole preferiscono ancora le bambole (86,4%), e i maschi macchinine e trenini. Tra i 6 e i 10 anni il 77,7% delle femmine continua ad amare il disegno, mentre tra i maschi il 74,2% ama giocare a pallone, anche se emerge in modo netto la passione per i videogiochi, prediletti dal 65,8% dei ragazzini.

(22 Novembre 2011)

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