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A Torino i bambini correggono i parchi giochi

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images-11.jpgAnche le aree gioco bimbi avranno un loro piano regolatore. Non basterà una striscia di verde per mettere un´altalena e uno scivolo perché gli stessi bambini non sanno più cosa farsene.

Non solo. Il Comune di Torino vuole aprire le porte dei cortili delle scuole elementari (ormai una trentina) che sono stati rifatti, con tanto di aree gioco, grazie ai contributi dell´amministrazione e l´aiuto degli stessi ragazzi. E questa è la novità. Un modo per arricchire l´offerta, soprattutto nelle circoscrizioni dove è scarsa, come il centro e permettere a tutti di sfruttare gli investimenti fatti da Palazzo Civico.

Il piano regolatore, che censisce 258 aree gioco, è pronto ed è nato da un lavoro fatto insieme con i bambini e il laboratorio città sostenibile. Il documento, ora allo studio dei quartieri, prevede una riorganizzazione, con una riduzione del numero di spazi in alcune circoscrizioni: «Dipende dal tipo di aree – spiega Marisa Cortese – non si può immaginare di averla sotto casa se non funziona. Un´altalena e uno scivolo da catalogo non bastano più, soprattutto se si trovano, come spesso succede lungo strade trafficate. Sembrano delle fermate dell´autobus».

Un esempio di area pensata con i ragazzi è quella del Valentino, dalla parte del V padiglione. «Bisogna pensare a spazi più grandi, dividendoli per fasce d´età – dice Cortese – i giochi per i bambini da tre a sei anni, da sei a dieci, da dieci a tredici». Chi va alle medie non se ne fa nulla dell´altalena e dello scivolo, vuole la corda per arrampicarsi, oppure una piastra per i pattini, spazi più ampli dove inventarsi i giochi oppure ritrovarsi con i compagni. Le esigenze sono diverse e se si vuole affermare un diritto al gioco bisogna rivedere tutto il sistema. «Una delle richieste è di includere dei canestri – spiega Cortese – c´è chi non fa sport a livello amatoriale, ma quando è con gli amici vorrebbe fare due tiri. Così come anche il campetto da calcio, quando è sufficiente la superficie, va realizzato». Altro esempio? Il labirinto. Piace come gioco, ma dovrebbe essere di taglie e tema diversi, a seconda dell´età.
Torino è una delle prime città che in Italia si vuole dotare di un piano regolatore dedicato ai più piccoli. Un progetto seguito dagli assessori Ilda Curti e Roberto Tricarico. Oltre al problema gioco c´è anche quello degli arredi. Ad esempio le panchine. Spesso vengono messe senza una logica, alla fine i ragazzi si trovano di spalle l´uno all´altro. «Così non si socializza – spiega Cortese – e gli stessi genitori che accompagnano i più piccoli non hanno una zona dedicata a loro». Una volta ricevute le osservazioni dei quartieri si andrà avanti e il piano verrà adottato dal Comune e messo in pratica per rendere Torino una città a misura di bambino.

(30 Giugno 2009)

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