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Asili Nido Comunali in Italia – Aumentano rette e liste d′attesa

images-1.jpgAumenta la spesa che gli italiani devono affrontare per permettere ai propri figli di frequentare l’asilo nido.

Cittadinanzattiva ha pubblicato un’analisi che fotografa il sistema dei servizi per la prima infanzia in Italia.

Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media 9 ore al giorno) e a tempo corto (in media 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.

Emerge che mediamente una famiglia italiana spende circa 300 euro al mese per mandare il proprio bambino all’asilo nido comunale.

La frequenza a tempo pieno è garantita nell’80% dei capoluoghi italiani. Il servizio viene reso solo in modalità ridotta, invece, nelle città di Potenza, Matera, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Napoli, Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Campobasso, Cagliari, Oristano, Agrigento, Ragusa, Siracusa, Trapani, Aosta.

I dati delle varie città attestano un incremento medio delle tariffe (+1,8% rispetto al 2006/07), con 26 città che hanno aumentato le rette di frequenza, e 4 capoluoghi che registrano incrementi a due cifre: Udine (+23%), Como (+16%), Trieste (+11,5%) e Foggia (+10%). Rispetto ad un anno fa, al Nord la spesa media mensile è cresciuta del 3,5%, mentre è sostanzialmente stabile al Centro e al Sud.

Nel nostro Paese si scontano anche numerose difficoltà di accesso al servizio, dovute agli elevati costi da un lato e alla mancanza di strutture dall’altro. Basti considerare che oltre l’80% dei nidi comunali è concentrato nelle regioni centro – settentrionali. La regione che emerge per il più elevato numero di nidi è la Lombardia con 617 strutture e circa 27.000 posti disponibili, seguita da Emilia Romagna (540 nidi e 23.463 posti) e Toscana (399 nidi e 14.137 posti), ultima il Molise con soli sei asili per 219 posti disponibili.

La maggiore presenza di nidi al centro nord è legata anche all’occupazione femminile, maggiore al nord che al sud del Paese. Inoltre, molte realtà del meridione sono caratterizzate dalla sola presenza di un servizio a tempo corto e alla mancanza di un servizio adeguato si supplisce con strutture private, con un ulteriore aumento dei costi a carico delle famiglie che hanno bisogno di usufruirne.

images-2.jpgIl servizio di asilo nido pubblico è presente solo nel 17% dei comuni italiani; nel loro insieme il 59% è concentrato nelle regioni settentrionali, il 27% al Centro e solo il restante 14% al Sud.
Dall′analisi di dati in possesso al Ministero degli Interni e relativi al 2006, emerge che il numero degli asili nido comunali è cresciuto del 3,3% rispetto al 2005: nonostante ciò, in media il 23% dei richiedenti rimane in lista d′attesa (percentuale che sale al 26% se consideriamo solo i capoluoghi di provincia). Il poco edificante record va alla Campania con il 40% di bimbi in lista di attesa, seguita da Molise (36%), Sicilia e Lazio (34% ciascuno).

Facendo un confronto tra i posti disponibili e la potenziale utenza (numero di bambini in età 0-3 anni) in media in Italia la copertura del servizio è del 6% (percentuale che sale al 10,3% se consideriamo solo i capoluoghi di provincia) con un massimo del 16% in Emilia Romagna ed un minimo dell′1% in Puglia, Calabria e Campania.

Circa i costi del servizio per l′ente erogante: In media, in Italia la copertura dei costi mensili del servizio per utente è assicurata per il 40% dalle entrate rappresentate dalle rette pagate da chi usufruisce del servizio, e per il 60% da risorse dell′ente locale. Gli estremi sono rappresentati dalla Basilicata dove le rette pagate dagli utenti coprono il 56% dei costi, e dalla Campania dove invece tali rette coprono solo il 17% dei costi.

Secondo vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, Giustino Trincia, “l′indagine evidenzia l′ennesimo ritardo accumulato dal nostro Paese e l′abisso che ci separa dall′Europa: a più di trent′anni dalla legge 1044/1971 che istituì gli asili nido comunali, quelli esistenti sono poco più di 3.100, a fronte dei 3.800 asili pubblici previsti già per il 1976. Inoltre, siamo ben lontani dalla copertura del servizio del 33% come auspicato a livello comunitario entro il 2010”.

Dal punto di vista dell’offerta di servizi per l’infanzia, il nostro Paese non sembra reggere il confronto con altre realtà europee. Infatti, secondo dati Eurostat, se in Italia solo il 6% scarso dei minori 0-3 anni accede ad asili nido comunali, in paesi quali Francia, Irlanda e Danimarca le percentuali salgono rispettivamente al 29%, al 38% e al 64%. Una situazione peggiore è riscontrabile solo in Spagna (5%) e in Grecia (3%).

Scarica il documento d’indagine completo cliccando qui.

(3 Novembre 2008)

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