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Bambini più autonomi oggi per essere adulti responsabili di domani: ecco il decalogo per i genitori

I giovani italiani sono quelli che dipendono più a lungo dai genitori a livello economico.

Questa situazione deriva principlamente dal background familiare che spesso tende ad essere iperprotettivo nei confronti dei bambini, impedendogli di diventare autonomi fin da piccoli e di imparare ad affrontare le sfide della vita.

Dai dati che vengono fuori dallo studio di Annamaria Testa e Alessandro Sposina risulta quanto segue: “tra i 15-24enni, tre italiani su quattro (il 75%) dichiarano di dipendere dai genitori, mentre si scende al 66% in Spagna, al 60% in Francia, al 45% in Germania” e ancora “Il 60% dei maschi italiani settentrionali di 30-34 anni che vivono con i genitori afferma di rimanere in famiglia perché “sto bene così, conservo tutta la mia libertà”.

Spesso accade poi che le coppie italiane si fermino al primo figlio: questo comporta una concentrazione di attenzioni spesso sproporzionata e la tendenza a caricare di aspettative il bambino. Il risultato? Figli viziati che talvolta presentano disturbi di comportamento: i maschi infatti in alcuni casi mostrano una propensione al bullismo, mentre le femmine crescono spesso con problemi alimentari.

Un quadro non certo positivo che potrebbe essere migliorato seguendo magari dei consigli mirati, come quelli presenti nel decalogo che Annamaria Testa e Alessandro Sposina rivolgono ai genitori (dopo averlo letto raccontaci la tua esperienza: segui già queste linee-guida o ti capita di trasgredire spesso e volentieri?).

1. Non pretendere da un figlio maschio meno di quanto pretendi (o pretenderesti) da una figlia in termini di responsabilità, collaborazione in casa, risultati a scuola, rispetto delle regole familiari.

2) Avvicina tuo figlio ai libri e al piacere della lettura. Comincia a leggergli storie quando è molto piccolo. Quando è un po’ più grande non imporgli di leggere, ma tieni libri in casa, accompagnalo in libreria, parla di libri con lui o fatti raccontare le storie che ha letto, abbonalo a una rivista o a un fumetto, permettigli di leggere quando e come vuole.

3. Sii disponibile quando tuo figlio ti cerca, ma aiutalo solo quando non può farcela senza di te. Aiutalo solo dopo che ha seriamente provato da solo ed insegnagli come può fare la prossima volta a cavarsela anche senza di te. Valorizza l’impegno più che il risultato: quando ce la fa, non dirgli “bravo, sei in gamba”, ma “bravo, si vede che hai lavorato sodo”.

4. Insegna a tuo figlio il valore dei soldi, non dargliene troppi. Non riempirlo di gadgets e abiti costosi. Incentivalo a risparmiare per comprarsi le cose che desidera. Ricordati che i regali non sono un sostituto della tua presenza. Già alle scuole superiori incoraggialo a trovarsi piccoli lavori per guadagnarsi qualcosa.

5. Non permettere che tuo figlio tenga comportamenti che disapprovi quando messi in atto dai figli degli altri. Avvertilo che punirai i comportamenti sbagliati, ma non minacciare mai punizioni che non hai la certezza di voler mettere in atto.

6. Non contestare gli insegnanti di fronte a tuo figlio. Diventa loro alleato nell’educare al meglio tuo figlio, e non complice di tuo figlio nel cercare di trovare sempre la via più facile.

7. Lo sport e la competizione sono importanti per crescere, ma saper perdere è la prima cosa da imparare. Non dare la colpa all’arbitro. Non accusare di scorrettezza gli avversari. Insegna a tuo figlio a dare il meglio di sé, ma anche ad accettare lealmente le sfide e ad affrontare con coraggio frustrazioni e sconfitte.

8. Non caricare su tuo figlio le tue aspettative. Incoraggialo a seguire le sue passioni e a raggiungere i suoi obiettivi anche quando non li condividi pienamente. Ricordati che lui non è la tua rivincita nei confronti della vita, e che deve trovare la sua strada. Lascialo sbagliare.

9. Un figlio maggiorenne è un uomo prima ancora che un figlio. Incentivalo, pur nelle difficoltà, a diventare autonomo e autosufficiente. Non difenderlo dal mondo, ma aiutalo a trovare gli strumenti per affrontare il mondo da solo.

10. E infine… lascia che anche tuo figlio, ogni tanto, si annoi. Non è necessario che ogni momento vuoto sia riempito da uno schermo acceso o da un’attività organizzata da te. Lascia che impari a gestire le sue energie, i suoi pensieri, il suo tempo.

(6 Dicembre 2010)

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