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Dolore cronico, conta cos’è successo durante l’infanzia

images-1.jpgDa piccoli si sono vissuti traumi come incidenti gravi o la morte della mamma? È assai probabile che una volta cresciuti ci si trovi a dover fare i conti con il dolore cronico diffuso.

Lo rivela una ricerca inglese in uscita sulla rivista Pain, secondo cui le esperienze dell’infanzia sono un importante fattore predittivo dei problemi in età adulta.

Si tratta di una ricerca che utilizza dati del 1958 British Cohort Study, che ha seguito per quasi 50 anni poco meno di diecimila persone: ovvero, tutti i sudditi della Regina nati in una specifica settimana del 1958. Quando i partecipanti avevano 7 anni sono stati registrati, attraverso interviste ai genitori, dati su tutte le esperienze negative con cui i bimbi avevano dovuto fare i conti: ricoveri dopo incidenti o per un intervento chirurgico, morte o alcolismo della madre o del padre, divorzio dei genitori, difficoltà economiche familiari o periodi trascorsi in strutture istituzionali (dai riformatori a cliniche di vario tipo).

A 45 anni gli stessi partecipanti hanno risposto a questionari per capire se soffrissero di dolore cronico generalizzato (non legato cioè a uno specifico problema o intervento). Si è così verificato che aver subito un incidente che ha comportato un ricovero, ad esempio, aumenta di una volta e mezzo il rischio di ritrovarsi con dolore cronico da adulti; simile la probabilità in caso di «ex-bimbi» che hanno sperimentato difficoltà economiche familiari o hanno vissuto più o meno a lungo in strutture istituzionali. L’evento che più predice problemi in età adulta è la morte della madre, che fa raddoppiare il pericolo di soffrire di dolore cronico in seguito.

I risultati non possono essere spiegati dallo stress dei soggetti da adulti, né dalla loro classe sociale di appartenenza: la radice del problema, insomma, è proprio un’infanzia travagliata. Tutti da capire i meccanismi biologici alla base di questa pericolosa correlazione, che però non è del tutto una novità: già molti studi hanno dimostrato che esiste un’associazione fra il vissuto infantile e il dolore cronico diffuso.

Qualche tempo fa, ad esempio, uno studio rivelò che fra i pazienti con fibromialgia la prevalenza di violenze e abusi verbali, fisici o sessuali subiti nell’infanzia è quasi del 50 per cento superiore rispetto a quella registrata in persone sane; un’altra ricerca ha dimostrato che essere stati testimoni di violenze da piccoli aumenta il rischio di soffrire di dolore cronico una volta cresciuti. «In generale come e ciò che si vive durante l’infanzia ha più ripercussioni sulla salute da adulti di quanto si sarebbe disposti a credere – scrivono gli autori dello studio inglese –. Tutto ciò che può aiutare i bimbi a vivere in pieno benessere mentale e fisico, perciò, è molto importante per evitare problemi in età adulta».

Non solo: secondo gli autori c’è un’altra implicazione pratica da non sottovalutare. Quando un adulto arriva dal medico perché soffre di dolori cronici, vale la pena indagare un po’ nel suo passato: è probabile che lì «covino» traumi non ancora digeriti. Se è così, intervenire con un supporto psicologico per cercare di superarli può servire a risolvere prima e meglio anche il disturbo presente.

(6 Aprile 2009)

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