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Fin da Piccoli poche proteine animali per essere longevi

La dieta non deve essere solo restrittiva, bensì attenta alla qualità proteica 
e al profilo metabolico individuale.

Che cosa si può fare, a tavola, per favorire una vita lunga e in buona salute?
Non si può ancora dirlo con certezza, gli studi danno interessanti
suggerimenti. Negli animali da esperimento, l’intervento tuttora ritenuto più
efficace nel rallentare i processi d’invecchiamento è la restrizione calorica
(del 20-40%) senza malnutrizione (GUARDA). Questo approccio, almeno nei
roditori, si è rivelato capace di estendere l’aspettativa di vita anche del
50%. Studi recenti però suggeriscono che la qualità della dieta, e in
particolare delle proteine, possa essere altrettanto importante. Per esempio,
in topi da esperimento la riduzione del consumo dell’aminoacido metionina (più
elevato nelle proteine di origine animale) si è associato a una maggior durata
della vita.

Ancora, in uno studio condotto su scimmie, si è osservato che una dieta povera
di proteine animali, oltre che di carboidrati raffinati, e ricca invece in cibi
vegetali e pesce ha un effetto benefico su salute e longevità. «La quantità e
qualità delle proteine che ingeriamo – commenta Luigi Fontana, professore di
Scienze nutrizionali all’Università di Brescia e alla Washington University di
St.Louis in USA, nonché autore di una recente revisione pubblicata su Ageing
Research Review – sono importanti nel regolare l’espressione di alcuni geni
(IGF-1 e mTOR) che giocano un ruolo fondamentale nella patogenesi del cancro e
nel modulare i processi d’invecchiamento. In un nostro recente studio
pubblicato su Oncotarget, abbiamo dimostrato che sia la riduzione dell’apporto
proteico, sia la sostituzione di proteine animali con quelle vegetali
inibiscono potentemente la crescita del tumore della prostata e della mammella
in alcuni modelli animali».

Ma allora quale sarebbe la strategia alimentare ideale per la longevità? Il
più importante obiettivo è evitare l’accumulo di grasso addominale, la dieta,
poi, come spiega Fontana: «Deve essere personalizzata in base alle
caratteristiche metaboliche e ormonali, per permettere di mantenersi snelli e
con l’addome piatto, e deve essere ricca di cibi d’origine vegetale, escludendo
gli eccessi di proteine di origine animale». Un modello in linea con quello
alimentare mediterraneo che, come riportato in una recente revisione pubblicata
su Maturitas da ricercatori dell’Università di Atene, è uno degli esempi più
convincenti anche quando si parla di longevità.

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