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I cibi biologici? Costano di più ma nutrono come quelli industriali

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images-2.jpgIl cibo biologico non è più sano di quello industriale. È il sorprendente risultato pubblicato dai ricercatori della London School of Hygiene&Tropical Medicine sull’American Journal of Clinical Nutririon.

La differenza principale è esclusivamente il costo: per un prodotto etichettato come biologico, infatti, si è disposti a pagare molto di più. Ma la potenziale naturalità dell’alimento non sembra comportare alcun beneficio aggiuntivo per la salute.

La ricerca, riportata sui siti dei maggiori quotidiani d’oltremanica, tra cui l’Independent, è stata commissionata dalla Food Standards Agency del governo britannico per poter fornire alla popolazione gli elementi corretti per una scelta informata e ponderata al momento della spesa. Gli scienziati hanno passato in rassegna 162 pubblicazioni che nell’ultimo mezzo secolo hanno affrontato l’argomento. Da una rilettura sistematica e comparativa di questi studi hanno concluso che non esistono significative differenze tra l’alimentazione industriale e quella «più naturale».

Sono, infatti, minime le discrepanze degli apporti nutritivi forniti dai cibi biologici e quelli preparati tradizionalmente. Tanto minime da non avere alcuna rilevanza per la salute, sia che si tratti di alimenti vegetali sia che si tratti di vivande di origine animale. Le differenze più sostanziali sono state trovate nei livelli di azoto e fosforo riscontrati nei diversi prodotti, ma i ricercatori ritengono si tratti soprattutto di una questione di fertilizzanti e maturità al momento del raccolto, con insignificanti conseguenze per i relativi apporti nutrizionali.

Non tutti ovviamente condividono i risultati raggiunti. Tra i principali antagonisti Peter Melchett, direttore strategico della Soil Association, racconta il suo disappunto alla Bbc: «L’analisi accantona la maggior parte degli studi che paragonano le differenze nutrizionali dei cibi biologici e non. Senza una ricerca di raggio molto ampio è difficile giungere a conclusioni che possano far chiarezza, non considerando il fatto che non esistono studi soddisfacenti sugli effetti di lungo termine che i pesticidi possono provocare nella salute umana».

(1 Agosto 2009)

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