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Il Bambino Gesù detta in dieci punti i diritti dei bambini allergici

images-2.jpgUn decalogo a «misura di bambino» per riconoscere, trattare e prevenire le malattie causate da allergia.

Il documento è stato presentato ieri in occasione della quinta edizione della Giornata del Bambino Allergico. Durante il convegno medici e specialisti hanno analizzato gli aspetti clinici, ambientali e assistenziali, di quella che sta assumendo i contorni di una malattia sociale, proponendo ai genitori una guida semplice, per affrontare il problema con strumenti adeguati. Il decalogo, infatti, oltre a essere uno spunto di suggerimenti per gli adulti, può anche essere un primo approccio per il bambino affinché acquisisca comportamenti utili per gestire i disturbi allergici.

Il convegno, che ha affrontato il grave incremento in Italia delle malattie allergiche tra bambini e adolescenti, è stato anche un’occasione di approfondimento sui più recenti protocolli diagnostici, terapeutici e di prevenzione relativi a malattie della pelle, respiratorie e allergie alimentari.
Il dibattito ha affrontato gli aspetti sociali e assistenziali che le famiglie vorrebbero vedere realizzati nell’ambiente scolastico e in quello ricreativo per i loro piccoli.

Il decalogo spiega che l’allergia è una reazione esagerata a sostanze altrimenti inoffensive come per esempio pollini, peli di animali e alimenti. Non è chiaro ancora perché il sistema immunitario reagisca in modo così anomalo ma è certo che l’allergia è ereditaria: se i parenti più stretti sono allergici il bambino ha un alto rischio di soffrire di allergia nell’infanzia sino all’età dello sviluppo. Il carattere allergico rimane per tutta la vita ma l’organismo del bambino allergico è in grado di costruire forme di difesa che gli consentono di poter diventare tollerante nei confronti della sostanza a cui è allergico. Il controllo periodico dello specialista, su consiglio del pediatra, permetterà di accertare i miglioramenti ottenuti. Ulteriori informazioni su: www.ospedalebambinogesu.it e www.federasma.org.

Per la diagnosi di allergia vanno eseguite le prove cutanee (prick test) o il dosaggio sul sangue delle IgE specifiche per la sostanza che è sospettata allergizzante. Se il disturbo è respiratorio devono essere effettuate le prove di funzionalità respiratorie (spirometria) per riconoscere l’asma bronchiale. Al bambino allergico va evitato rigorosamente il contatto col fumo di tabacco. I piccoli con allergia accertata ad alimenti o a farmaci devono avere la garanzia di non assumere mai l’alimento o il farmaco in causa. Ne va della vita.

Al bambino allergico a sostanze presenti negli ambienti interni, come gli acari della polvere, deve essere garantito che questi ambienti, in particolare la camera da letto, siano ben arieggiati e sgombri da arredi mentre per quanti sono allergici ai pollini bisogna consultare il calendario pollinico che indica i periodi dell’anno «a rischio», durante i quali si dovranno attuare i provvedimenti preventivi comportamentali e farmacologici che permettano ai bimbi di vivere all’aria aperta senza incorrere nei fastidiosi disturbi a occhi, naso e bronchi Inoltre a quanti hanno già sofferto di reazioni molto gravi a contatto con l’elemento allergizzante, deve essere garantita la fornitura gratuita del farmaco salvavita per prevenire lo shock anafilattico.

Il bambino, infine, ha il diritto di frequentare regolarmente tutte le attività ricreative, gioco e sport, adeguate alla sua età, sotto il controllo di personale addestrato nello specifico. Nella vita comunitaria del piccolo, poi, specie a scuola, vanno garantiti ambienti interni ed esterni idonei, rigoroso rispetto del regime alimentare del piccolo con documentata allergia a un alimento, l’impiego di farmaci specifici, prescritti e certificati, necessari alla cura quotidiana o in caso di emergenza, somministrati da personale opportunamente addestrato.

(3 Marzo 2010)

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