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L’astronauta in diretta dallo spazio: le domande le fanno i bambini

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“Hai mai incontrato gli alieni? No, ma spero che l’occasione capiti presto”. La domanda è di Arturo, sette anni. La risposta è di Paolo Nespoli, astronauta in missione sulla stazione spaziale internazionale da metà dicembre.

Il primo italiano e il terzo europeo impegnato in una missione così lunga e impegnativa, sei mesi in tutto per studiare i segreti del cosmo e la resistenza dell’uomo nello spazio. La stazione, che compie un giro completo della terra ogni novanta minuti, era in orbita sopra l’Argentina quando il ponte radio con Bologna è stato aperto. In una sala di Palazzo Re Enzo, dalle 16.07 alle 16.17, una decina di bimbi hanno avuto l’opportunità di parlare con l’ingegnere di volo che a 400 chilometri dalla terra ha risposto alle loro domande. Un’occasione resa possibile dalla manifestazione di diffusione della cultura scientifica “Arte e scienza in piazza”, organizzata sotto le Due Torri dalla fondazione Marino Golinelli. Mostre, spettacoli, incontri con grandi nomi del panorama scientifico, macchine e simulatori, in tutto più di 100 eventi che per dieci giorni, dal 3 al 13 febbraio, trasformano Bologna in un laboratorio scientifico e didattico.

La giornata di oggi è stata interamente dedicata allo spazio. Punto di partenza il ponte radio realizzato grazie al supporto di Ariss, società di radioamatori dei paesi partner della stazione spaziale internazionale che a bordo di questa dispone di una postazione permanente accessibile da tutta la comunità radioamatoriale mondiale. Alle 16 un tecnico argentino ha spiegato come avviene il collegamento e ha avvisato i presenti: “Avete solo dieci minuti di tempo”. Le domande sono partite a raffica e gli intervistatori – di età compresa tra i cinque e i tredici anni – non se lo sono fatti ripetere due volte.

C’è stato chi ha chiesto all’astronauta come lassù si corre ai ripari per un raffreddore: “E’ difficile prenderlo, ma in caso un’aspirina e via”. O ancora: “E per cucinare e fare la spesa come fate?” “Una volta al mese abbiamo i rifornimenti, non è che cuciniamo, scaldiamo alcune pietanze già preparate”. E per muovervi? “E’ un po’ come in una piscina, ci si tiene con le mani”. Litighi mai con i tuoi compagni? “No siamo molto affiatati, al massimo ci sono dei piccoli malintesi ma li risolviamo in fretta”. Finendo con l’immancabile: “Posse venire con voi nello spazio?”. Nespoli ha tentennato, solo un secondo: “Bè adesso la vedo un po’ difficile, ma tra qualche anno, quando sarai più grande, sono certo che viaggiare nello spazio sarà molto più semplice di ora”.

Edoardo, il bimbo che sogna di fare l’astronauta, è contento della risposta, sorride felice e interrotto il ponte radio insieme ai suoi compagni corre verso il suo prossimo viaggio: indossa una vera tuta spaziale, si mette in fila per sperimentare le diverse gravità, misurare il peso corporeo sui vari pianeti, parlare a distanza simulando il ritardo della voce, visitare un modello interattivo della stazione in cui Nespoli vivrà fino a maggio. Un assaggio dello spazio a misura di bambino per scoprire il cielo sopra Bologna, le stelle e i pianeti ma anche e soprattutto “per accendere la curiosità, la voglia di conoscere e di conseguenza la capacità di sviluppare un pensiero critico” come dice Marino Golinelli, presidente dell’ominima fondazione. E’ tra i bambini, li guarda imbarcarsi “nel più affascinante dei giochi, quello della conoscenza”.

(24 Febbraio 2011)

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