Uno studio pubblicato su Biological Psychiatry ha concluso che l’esposizione del feto ad un alto livello di cortisolo, l’ormone dello stress, incide sullo sviluppo cognitivo e neurologico del bambino.
Per la ricerca, condotta da Thomas O’Connor, professore di psichiatria e psicologia all’Università di Rochester, sono state reclutate 125 donne gravide alle quali è stata fatta un’amniocentesi per misurare il livello di cortisolo nel liquido amniotico, e successivamente, sui piccoli nati, a 17 mesi d’età hanno effettuato un Bayley test (strumento usato per misurare lo sviluppo mentale e motorio dei bambini) per misurarne la capacita’ di gioco e la memoria.
Dai dati è emerso come i figli di madri con alti livelli di cortisolo mostravano numerosi problemi: poco attaccamento al genitore, minori livelli di attenzione, difficoltà di linguaggio e di risoluzione dei problemi. Mentre i bambini che con le loro mamme avevano un rapporto solido e sicuro, anche nel caso di un’alta esposizione prenatale al cortisolo, non presentavano problemi di sviluppo cognitivo.
Come spiega lo stesso prof. O’Connor: il deficit dei bimbi più “stressati” è reversibile, ma solo se la madre instaura un legame forte con il bambino fin dai primi giorni della nascita, infatti, i risultati di tale studio dimostrano che l’esposizione del feto al cortisolo e l’inizio del legame tra la madre e il figlio sono fattori fondamentali che si combinano per influenzare lo sviluppo neurologico e cognitivo del bambino nella sua vita.
(3 Marzo 2010)
Un pensiero su “Lo stress in gravidanza si riflette sul nascituro”