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Morire condannato da Bambino-Soldato

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La vita, in Darfur, può finire presto. Anche da ragazzini, con una condanna a morte da parte di un tribunale che si rifiuta di accertare l’età di imputati appena usciti dall’infanzia.

Il 21 ottobre il Tribunale Speciale istituito in questa regione del Sudan, ormai sfuggita a ogni forma di giustizia, ha infatti condannato a morte dieci persone, tra cui quattro ragazzini, «sulla base di prove non attendibili» secondo quanto denuncia Italians for Darfur, che ha lanciato una petizione per salvarli. Sono state già raccolte oltre 16mila firme. Per i presunti minori è stato chiesto dalla difesa un esame medico in grado di stabilire se si trattasse di individui con meno di 18 anni. Di cinque solo due degli imputati – che apparivano palesemente poco più che bambini – sono stati sottoposti a tale esame, risultando entrambi minorenni. Ma solo uno è stato dichiarato non condannabile. Per gli altri quattro adolescenti, oltre ai sei adulti, non c’è stato nulla da fare. Sono stati condannati a morte per la loro presunta implicazione in un attacco a un convoglio di forze governative nel Sud Darfur, avvenuto nel maggio 2010.

Gli imputati di questo processo sono stati indicati come appartenenti al Movimento di Giustizia ed Uguaglianza, composto da darfuriani in lotta contro le milizie dei Janjaweed e delle forze governative, entrambe protagoniste di atrocità nei confronti dei civili di questa regione dimenticata dal Mondo. Secondo le documentazioni raccolte da Italians for Darfur non è stata acquisita alcuna prova certa che gli imputati abbiano partecipato all’attacco.

Le imputazioni a carico dei dieci condannati vanno dall’omicidio, ai danni contro lo Stato, al furto. «Gli avvocati della difesa – afferma il presidente di Italians for Darfur, Antonella Napoli – e organizzazioni per i diritti umani locali hanno denunciato che le prove presentate dall’accusa erano parziali e che è stato negato ai detenuti il diritto a un giusto processo. E’ stato impedito agli avvocati di parlare con i rispettivi assistiti prima che fosse depositata la prova della loro colpevolezza. Sia i difensori, sia le famiglie hanno potuto incontrare i prigionieri solo per mezz’ora. I quattro bambini indicati come minori sono stati imprigionati nello stesso luogo di detenzione degli adulti e sono stati trattati e giudicati come tali». Idriss Adam Abbaker e Abdallah Abdallah Daoud, secondo quanto riferito da personale medico ai difensori, sono stati dichiarati minori di 18 anni a seguito del primo esame. Un secondo accertamento ha però confermato l’esito solo per Abbaker. Il Tribunale non ha accettato la richiesta dei difensori di Abdallah di sottoporlo a un’ulteriore visita medica, per verificare i risultati contraddittori dei precedenti esami, e di permettere anche a Ibrahim Shareef Youssif e Abdelrazig Daoud Abdessed di effettuare lo stesso esame. I sei adulti condannati a morte sono Altayib Mohammed Yagoub, Abdelgasim Abdallah Abubaker, Hassan Ishag Abdallah, Adam Altoum Adam, Mohammed Adam Hasballah ed Alsadig Abbakar Yahya.

«Gli avvocati della difesa hanno presentato un appello a nome degli imputati – conclude la Napoli – al Presidente della Corte suprema per il Darfur del Sud ed è per questo che bisogna fare presto e raccogliere più firme possibile per supportare l’azione dei difensori di questi giovani, minori e non, condannati ingiustamente».

(17 Novembre 2010)

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