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Papà, perchè il cielo è blu?

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Mamma e papà hanno una risposta per tutto. Tranne quando il bambino si addentra nel campo della scienza.

Due genitori su tre confessano di essere regolarmente spiazzati dalle domande che riguardano il mondo della natura, secondo un sondaggio condotto su 2mila persone dalla “Big Bang Uk Young Scientists & Engineers Fair”, l’ente che organizza la più grande fiera scientifica per ragazzi in Gran Bretagna.

“Perché la luna a volte compare di giorno” e “Perché il cielo è blu” sono le domande più difficili e frequenti che i genitori si sentono rivolgere. A dimostrazione che i bambini amano stare con gli occhi all’insù, nella top ten dei quesiti più ostici compaiono anche “Scopriremo mai gli extraterrestri”, “Come fanno gli aerei a non cadere”, “Dove vanno gli uccelli d’inverno”, “Chi è che fa l’arcobaleno”, “Quanto pesa la Terra” e “Perché esistono i fusi orari”. Particolarmente insidiosa anche per uno scienziato è poi la domanda: “Perché l’acqua è bagnata?”.

Non sempre i genitori stretti in un angolo riescono invece a volare alto. Il 21 per cento inventa una risposta o se la cava con un “nessuno lo sa”. E un 16 per cento particolarmente vendicativo indirizza a tradimento il bimbo verso l’altro partner. Il 31 per cento cerca di prendere tempo e va a documentarsi di nascosto. Uno su cinque resta con una sensazione di frustrazione e inadeguatezza. Altrettanti (il 21 per cento) rimpiangono tardivamente di non aver studiato meglio il mondo della natura mentre erano a scuola, e il 26 per cento si rende conto che in matematica e scienze i figli sono senz’altro più preparati di loro. A giudicare dalle risposte del sondaggio, però, nessuno allarga le braccia e ammette: “Non ne ho la più pallida idea”.

A sorprendere di più, fra i risultati del sondaggio, è forse quello che riguarda la frequenza con cui le domande sul mondo della natura vengono poste dai figli. Il 30 per cento dei genitori afferma di ricevere quesiti profondi in media una volta al giorno. E gli organizzatori della “Big Bang Fair” non faticano a individuare la ragione di questo interesse nella gran quantità di programmi radio e tv e di iniziative di intrattenimento che da qualche anno a questa parte la Gran Bretagna offre per avvicinare i giovanissimi al mondo della scienza.

Non è un caso che il portavoce della Big Bang Fair sia quel Brian Cox che, con un passato da star del rock e un presente da ricercatore delle particelle subnucleari, un’allegria da bambino e un linguaggio semplice, si sta imponendo in Gran Bretagna come il divulgatore scientifico nazionale. “Sempre più ragazzi finiscono per appassionarsi alla scienza – spiega commentando i risultati del sondaggio – sia dentro che fuori dalle scuole. Non dobbiamo meravigliarci che facciano continuamente domande sul mondo che li circonda. La cosa migliore che i genitori possono fare è percorrere insieme la strada che porta alla risposta. Non solo si divertiranno, ma impareranno entrambi molte cose nuove”.

Se poi l’intera famiglia resta impantanata sul motivo per cui il cielo appare blu, il professor Cox suggerisce di non preoccuparsi troppo: “In fondo, anche Aristotele e Newton si sono trovati in difficoltà di fronte all’argomento”.

(1 Marzo 2012)

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