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Pubblichiamo volentieri la Lettera di un Nostro Collega…

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images2.jpgGentile Redazione, chi vi scrive oltre ad essere un vostro lettore da sempre, si trova nella bellissima e allo stesso tempo terribile posizione del titolare di Asilo Nido Convenzionato con il Comune di Roma.

Si fa un gran parlare dell’emergenza asili, delle risposte che si sta cercando di dare da parte dell’Amministrazione: sono presenti a tutti gli interessati le parole del Sindaco che prometteva un aumento dell’offerta, ma quanti sanno come stanno veramente le cose? Assistiamo alle manifestazioni delle educatrici del servizio pubblico che inveiscono contro “la privatizzazione del servizio a scapito della qualità” ma l’opinione pubblica sa veramente cosa succede negli asili comunali e in quelli convenzionati?

Vorrei provare a fare un po’ di chiarezza. Un asilo convenzionato arriva ad esserlo solo dopo aver passato una feroce selezione svolta da asl, uffici tecnici, uffici scuola, e potrei continuare con l’elencazione dei mille requisiti richiesti: per i luoghi, per il personale,per le cucine e per qualunque cosa salti in testa al funzionario di turno. E non si fanno sconti, su niente, anzi, ogni mancanza pregiudica l’accreditamento, e, una volta dentro, ogni mancanza giustifica pesanti multe che vengono detratte dalla fattura del mese.

Ah già la fattura: strutture a carattere familiare e con enormi spese di affitto e personale devono anticipare tutto visto che il pagamento avviene tre mesi dopo l’erogazione del servizio.

Ma veniamo ad oggi. Come promesso per risparmiare sono state alzate le quote di contribuzione per le famiglie. Bene, giusto. Però solo giovedì scopriamo che la contribuzione per le strutture è stata abbassata, considerevolmente, doppio risparmio per il Comune, ma cosa faranno quelle imprese che con la cifra detratta ci pagavano due stipendi, di persone per altro necessarie?

Quelle stesse imprese che ad oggi non hanno firmato nulla e che sono state lasciate in bilico senza la possibilità di organizzarsi alternativamente, magari assorbendo un’utenza privata che sì paga meno, ma che almeno non ti fa sentire come un delinquente.

In conclusione ci sono 233 strutture che chi meglio e chi peggio possono dare un ottimo servizio alla città che invece ora vivono momenti di angoscia visto che il loro futuro è in pericolo a causa delle nuove norme licenziate solo pochi giorni fa dal Comune.

Devono essere in regola su tutto, altrimenti si è fuori oppure dentro ma non pagati. Io in regola lo sono da sempre, pagherò, ma sarà l’ultimo anno, e come me molti altri. Meditate romani.

Non posso firmare perchè parlare in passato ha generato “rappresaglie”.

(13 Luglio 2010)

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