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Quote Comunali, il TAR e la potenziale trappola per gli utenti

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La battaglia dei passeggini, nota vicenda che ha portato in piazza la protesta contro l’aumento delle quote a carico delle famiglie per il servizio di Asilo Nido al Comune di Roma, è ben noto si sia conclusa con una vittoria della gente.

La sentenza emessa dal TAR in Ottobre ha di fatto bloccato l’aumento delle tariffe, ma nasconde comunque una trappola pericolosissima per gli utenti.

Tecnicamente infatti, quella del giudice amministrativo è solo una decisione ‘sospensiva’, cioè il TAR ha riconosciuto sufficientemente valide le ragioni dei ricorrenti per ‘congelare’ gli aumenti, rinviando però all’udienza di merito fissata in Febbraio una decisione definitiva sulla vicenda (e dunque con una sentenza che sarà emanata non prima di Marzo o peggio Aprile, a ridosso del termine dell’anno educativo stesso).

E’ dunque possibile, qualora il collegio giudicante decida in modo difforme rispetto alla sentenza sospensiva (sebbene improbabile a giudizio di chi scrive, anche per la forte influenza mediatica che si è scatenata intorno alla vicenda) che tali aumenti tornino in vigore e, cosa gravosissima per le famiglie, tornerebbero in vigore retroattivamente dal mese di Settembre, dovendo in questo caso gli utenti saldare le quote contributive dei mesi trascorsi.

E’ bene sapere infatti che nel bando di gara per l’assegnazione dei posti nei Nidi è prevista la clausola a favore del Comune per un aumento in corso di stagione delle suddette quote.

Il TAR ha infatti bloccato l’aumento solo per un piccolo dettaglio legato ad una disomogeneità di date: e cioè fra quella richiesta alle famiglie per il saldo del mese di Settembre è cioè il 30 giugno (che il giudice ha ritenuto termine ultimo per perfezionare il contratto di servizio fra utenti e Comune) e la delibera di giunta del 14 luglio che invece fissava l’aumento delle quote contributive.
Una sottigliezza insomma, tipica del nostro ordinamento giuridico e amministrativo, soggetta però a mille interpretazioni e che rende le argomentazioni a favore delle famiglie potenzialmente molto deboli.

Avremmo preferito, come da Noi più volte suggerito, che il Comune ritirasse definitivamente il provvedimento (che, attenzione!, rimane tutt’ora in vigore) piuttosto che dare battaglia in sede legale nell’udienza di Febbraio.
Questa scelta infatti, come accennato in precedenza, rende terribilmente incerti i futuri costi che le famiglie dovranno sostenere per l’A.E. 2014-15 e dimostra l’assoluta indisponibilità del Comune e dell’Assessorato ad accogliere le istanze di migliaia di utenti, già vessati da una miriade di altri balzelli impositivi.

E’ grave dunque che su tutta questa vicenda sia calata una spessa coltre di silenzio e indifferenza. Sarebbe indispensabile informare più adeguatamente tutte le famiglie del rischio che si sta correndo, con la concreta possibilità di un accumulo di debiti verso il Comune per migliaia di euro e la conseguente impossibilità di mantenere il posto al Nido.

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