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Ridurre l’Iva sui prodotti per l’infanzia. Un appello all’Europa e all’Italia

images-11.jpg“La famiglia è un problema morale prima che politico. C’è un impoverimento strutturale della nostra società che pesa sulle spalle delle famiglie più numerose.

Entro dicembre ci impegniamo, come Governo, a portare a casa almeno il provvedimento sulla detrazione fiscale sui pannolini per l’infanzia”.

E’ quanto ha dichiarato Andrea Ronchi, Ministro per le Politiche Europee durante la conferenza stampa, che si è tenuta oggi a Roma, in cui si è presentata la proposta di riduzione dell’Iva sui prodotti per l’infanzia.

Alcuni eurodeputati, tra cui Roberta Angelilli che ha preso parte alla conferenza di oggi, hanno firmato una petizione che sarà inviata al Presidente del Parlamento Ue, in cui si chiede un maggior coordinamento tra le politiche macroeconomiche e le politiche sociali, affinché la crescita e la produttività dell’Unione Europea rispondano alle sfide dell’invecchiamento demografico in atto nel nostro continente.

“Il Parlamento europeo ha sempre spinto verso l’adozione di politiche sociali, di contrasto alle nuove povertà – ha dichiarato Roberta Angelilli. “Le nuove povertà non sono solo un problema italiano e per questo a Bruxelles si aprirà un tavolo il 25 novembre per affrontare le emergenze di crescita zero e di invecchiamento demografico. In Italia – ha spiegato Angelilli – esiste un problema di cultura della maternità e della famiglia e anche gli immigrati, che sono abituati a fare 4 o 5 figli, quando arrivano in Italia ne fanno di meno”.

images-21.jpgIl Ministro Ronchi ha insistito sulla necessità di “imporre un’Europa sociale, di sussidiarietà e non solo un’Europa delle banche”. L’appello lanciato oggi è quello di aprire un dibattito istituzionale a livello europeo, e soprattutto a livello italiano, visto che i dati fanno emergere quanto il nostro Paese sia indietro nelle politiche sociali, di aiuto alle famiglie. Basti pensare che in Irlanda e nel Regno Unito si applica un’aliquota zero al vestiario ed alle calzature per bambini, mentre in Lussemburgo l’aliquota su questi prodotti è del 3%; Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Malta applicano un’Iva ridotta sui pannolini e la maggior parte degli Stati membri sono favorevoli ad introdurre vantaggi fiscali per il consumo dei prodotti per l’infanzia.

“Queste non sono politiche assistenziali, ma investimenti strategici per il futuro dei paesi che, tra qualche anno, dovranno sostenere, l’Italia soprattutto, il problema delle pensioni” ha spiegato Angelo De Santis, Presidente dell’Associazione Famiglie Numerose. “Spero che l’introduzione di riduzioni fiscali sui pannolini sia soltanto un inizio e non un punto d’arrivo, visto che le spese per le coppie che hanno dei figli sono moltissime” ha detto De Santis. E infatti in Italia le famiglie non possono spendere meno di 400 euro all’anno per i pannolini e meno di mille euro all’anno per il latte.

Sul problema del latte ha illustrato il pesante quadro Grazia Passeri, Presidente dell’Associazione Salvabebè e Salvamamme. “Nonostante i Ministeri abbiamo fatto più volte pressione per l’abbassamento dei prezzi, in Italia ci sono dei tipi di latte, che sono quelli più conosciuti, che applicano il doppio del prezzo applicato dallo stesso gruppo industriale in altri paesi. Ma c’è un problema ancora più grave – ha continuato Passeri – e cioè quello che negli ospedali si consigliano i tipi di latte più costosi e non si guarda neanche in faccia la mamma. Tra tutte le nazionalità che si rivolgono a noi, che sono 79, quella più numerosa è l’italiana. Questo significa che sono molte le mamme italiane che si trovano con le spalle al muro”.

In Italia il 23% dei nuclei familiari con figli a carico è a rischio di povertà mentre la media europea è del 17%. Oggi l’Eurostat ha diffuso alcuni dati allarmanti sulle nuove povertà e sulla spesa sociale dell’Ue. Secondo l’ufficio europeo di statistiche l’Italia è tra gli ultimi paesi europei in termini di prestazioni sociali a favore delle famiglie e dei bambini: solo il 4,5% del totale delle prestazioni sociali vengono destinate a questo settore, contro una media europea dell’8%. L’Irlanda registra la percentuale più alta che è del 14,7%. Le donne italiane hanno in media la prima gravidanza intorno ai 31 anni e l’instabilità economica è tra i motivi principali per cui si tende a costruire sempre più tardi il nucleo familiare.

(8 Novembre 2008)

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