Perché scegliere il Nido

Per anni ci siamo chiesti perchè una famiglia dovrebbe scegliere di lasciare il proprio bambino, ancora piccolissimo, in un Asilo Nido piuttosto che tenerlo a casa, fra le cure di persone care.

Ce lo siamo domandati in prima persona e poi fra colleghi e collaboratori. Sembrerà strano, una risposta davvero esaustiva non l’abbiamo mai trovata.

Poi un bel giorno abbiamo ‘imposto’ alla Nostra Coordinatrice di trovare la risposta giusta. E abbiamo scoperto con grande sorpresa quello che leggerete di seguito…

Marco, Direttore MeAgape


“Quando è nato mio figlio non ho esitato un momento a pensare di tenerlo a casa fino alla Scuola dell’Infanzia. Volevo che i suoi primi anni trascorressero il più possibile con me e in casa.

E’ stato così che già prima della sua nascita mi ero messa in contatto con una signorina che abitava nel nostro condominio e che mi avrebbe aiutato durante la mia assenza lavorativa.

La scelta fu azzeccata: il mattino lo trascorrevo in casa con loro (avevamo organizzato una casa nido, ciò che oggi si chiama “tagesmutter”), i bambini erano 4, crescevano insieme, uscivano insieme e si divertivano. Il pomeriggio andavo al lavoro lasciando il bambino a casa con la ragazza, mentre  gli altri piccoli tornavano alle loro abitazioni dopo il pranzo.

Ricordo quel periodo, così come tutta la mia vita di madre con gioia e tanto affetto. Stare con i bambini è da sempre stato per me  la più grande delle meraviglie, un magico mondo del quale sono innamorata ed al quale ho dedicato e dedico tutta la mia vita.

Ma solo oggi che lavoro stabilmente in un Asilo Nido, mi rendo conto che avrei potuto regalare al mio bambino delle mattinate ben più divertenti, con esperienze più ricche e la possibilità di sperimentarsi in rapporti più significativi e complessi di quelli che è possibile avere in casa, sempre con le stesse persone.

Di fatto l’Asilo Nido avrebbe permesso a Giulio di avere più occasione di provare se stesso soprattutto senza di me, rafforzando in lui la capacità di adattamento a varie situazioni e con persone diverse.

Lo avrebbe aiutato, per la concezione stessa dell’Asilo Nido, a strutturare un sistema di attaccamento più sicuro, orientato a più figure di riferimento.

Gli avrebbe permesso di  stabilizzare dentro di sé sia l’immagine del sé che dell’altro in tempi oggettivamente più brevi, favorendo così autostima e fiducia per il prossimo.

Viceversa la mancata esperienza dell’Asilo Nido ha portato ad un irrigidimento dell’organizzazione affettiva che è stata motivo di una difficoltà maggiore, rispetto agli altri bambini, nel momento dell’entrata alla Scuola dell’Infanzia.

Il bambino, infatti, era meno capace rispetto ai bimbi già inseriti in una struttura educativa a rassicurarsi nel momento del distacco e spesso è emersa una certa difficoltà di concentrazione.

In casa infatti è più facile assecondare i bambini, mentre a scuola il numero di bimbi e la presenza di una sola insegnante prevede che il bambino sia in grado di aspettare il proprio turno, di rispettare i tempi degli altri e di assecondare i desideri dell’insegnante piuttosto che rimanere concentrato sui propri.

Un difficoltà ovviamente anche mia, perché la mamma che è capace di portare un bimbo in Asilo Nido piuttosto che scegliere di tenerlo a casa, è in grado di fidarsi maggiormente delle capacità di autonomia ed adattamento del proprio figlio ed è possibile per lei affrontare con maggiore flessibilità e tranquillità il passaggio alla scuola dell’infanzia, poiché è un esperienza già conosciuta e soprattutto esperita come utile e piacevole per il bambino.

Proprio qui è il punto: avevo sottovalutato quanto possa essere piacevole per un bambino stare in un Asilo Nido, e quanto questo passaggio sia proficuo alla luce dei vantaggi sia della famiglia che del bambino.

In Asilo, oggi, vedo i bambini ridere, divertirsi, imparare mille modi diversi di stare insieme, superare le difficoltà, insomma crescere in modo sano, rendersi autonomi attraverso il gioco, sentirsi importanti, al centro della nostra attenzione, senza il disturbo del telefono, della lavatrice da far partire o quant’altro inevitabilmente in famiglia possa  interferire con la loro inesauribile voglia di giocare.

Un mondo a misura di bambino, con i tempi del bambino, con gli occhi dei bambini e che solo progressivamente permette loro di adattarsi al mondo dei grandi, a volte veramente lontano dalla straordinaria semplicità dei nostri figli, così attenti ai suoni più elementari, ai colori, ai dettagli che a noi sfuggono.

Oggi Giulio è grande ed è un ragazzo dei suoi tempi, ma non potevo non regalarvi questa mia riflessione, soprattutto a tutte quelle mamme come me che sono timorose e nel contempo desiderose di scegliere il meglio per i propri figli. ”

Clotilde, Coordinatrice MeAgape