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Il bambino russa? Un test sulle urine per valutare i rischi

images.jpgCirca dodici bambini su cento, sotto i nove anni, russano di notte e le mamme si chiedono: è un problema?

Qualche volta sì e un semplice test sulle urine, con un kit come quelli usati per il test di gravidanza, potrebbe scoprirlo. Non è ancora un’indagine disponibile nella pratica, ma i primi accertamenti di un gruppo di specialisti americani fanno ipotizzare che presto potrebbe diventarla. Fra i bambini che russano soltanto il 20-30 per cento soffrono di quella che gli specialisti chiamano Osa, (Obstructive sleep apnea in inglese, apnea ostruttiva durante il sonno, in italiano), una condizione che può portare, con il tempo, a disturbi cognitivi e del comportamento, e persino a problemi cardiovascolari e metabolici: per questo è importante identificarla e prendere i provvedimenti adatti come l’asportazione di tonsille e adenoidi ingrossate oppure l’impiego, durante il sonno, di apparecchi per la ventilazione.

I ricercatori dell’University of Chicago hanno analizzato campioni di urine, prelevati al mattino, di 90 bambini che si erano rivolti a centri specializzati per problemi respiratori durante il sonno e di 30 bambini normali. Tutti i bambini sono stati sottoposti a un esame polisonnografico standard (che prevede la registrazione, durante il sonno, di una serie di parametri come l’elettroencefalogramma, i movimenti del torace e dell’addome, il flusso dell’aria attraverso il naso e la bocca, la saturazione di ossigeno nel sangue) e un esame delle urine attraverso la cosiddetta elettroforesi, (un’indagine capace di identificare la presenza delle proteine). È stato proprio questo esame che ha mostrato come il tipo e la quantità di proteine erano diverse nei bambini con apnea, nei «russatori innocenti» e nei normali. Tre proteine, in particolare, erano presenti in quantità elevate nelle urine dei bambini con Osa: l’urocortina 3, l’orosomucoide e l’uromodulina. Una quarta proteina, la callicreaina 1, era invece presente in quantità ridotte.

Adesso resta da stabilire quale di queste proteine potrebbe essere la più affidabile per un test: gli esperti ritengono che sia possibile costruire, in tempi brevi, un semplice test basato sui colori, come quelli usati per la diagnosi di gravidanza. «Il campo dei biomarker – ha commentato David Gozal, uno degli autori dello studio pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine – è in grande espansione e nel prossimo futuro aprirà la strada a possibilità di diagnosi sempre più semplificate».

(12 Gennaio 2009)

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