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Rischio inquinamento chimico in casa. Le buone norme per proteggere i bimbi

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Le Prime a venire in mente sono le medicine, da non lasciare mai incustodite e a portata di mano, seguite dall’altro incubo classico: la presa elettrica.

Ma i potenziali pericoli per i bambini all’interno delle mura domestiche – quel nido che per loro dovrebbe essere il più sicuro – sono molti e spesso si nascondono dove non si pensa di doverli cercare. Con rischi che possono diventare fatali, ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, sottolineando come le minacce più gravi, per i più piccoli, si trovino proprio negli ambienti in cui si muovono, giocano e passano gran parte del loro tempo: casa e scuola in testa.

L’ultima campagna di sensibilizzazione arriva dalle autorità della salute ed ambientali canadesi, la Canadian Partnership for Children’s Health and Environment, che indicano una “top five” dei fattori di rischio inquinamento chimico in casa, raccomandando le buone norme da seguire per proteggere i più piccoli nel loro habitat quotidiano. Azioni semplici, “che possono significativamente ridurre l’esposizione a sostanze tossiche, e anche far risparmiare”, dichiara Erica Phipps, direttrice del Cpche.

La prima “dritta” riguarda la polvere, che può essere particolarmente nociva per i bambini. Passare spesso l’aspirapolvere o lo straccio su pavimenti e mobili aiuta ad eliminare una delle fonti principali di esposizione a sostanze tossiche, piombo incluso. Un neonato ne assorbe molto di più di un adulto

e i più piccoli, per l’abitudine a mettere tutto in bocca, sono più a rischio degli altri. Un recente studio, proprio in Canada, ha rilevato alte percentuali di piombo bioaccessibile – che può essere assorbito dal corpo  – nelle abitazioni. Particolare attenzione va prestata dalle donne in gravidanza perché il periodo di maggior vulnerabilità è quando il piccolo è ancora nella pancia, sottolinea Phipps.

Ridurre il più possibile l’uso di detersivi e spray in casa è la seconda raccomandazione degli esperti, perché all’interno di ambienti chiusi possono rilasciare esalazioni che rimangono a lungo nell’aria. Molto meglio tornare ai rimedi ‘verdi’ della nonna, usando magari il bicarbonato per pulire il lavandino o la vasca da bagno, e l’aceto mescolato ad acqua per pulire i vetri della finestra. Da evitare anche i deodoranti ambientali e in generale i detergenti profumati.

Se si ristruttura casa, poi, non va dimenticato che i calcinacci, le vernici, le colle per mobili o moquette o carta da parati possono essere pericolose per i bambini e le donne in gravidanza, a causa dell’esposizione a polveri contaminanti e fumi tossici. Meglio tenerli lontani e sigillare adeguatamente l’area in cui si fanno i lavori.

Il più delle volte non ci si rende conto che l’aria che si respira in casa, dove si passa magari gran parte del proprio tempo, “contiene composti chimici prodotti da diverse fonti tossici o cancerogeni” spiega Carla Iacobelli del servizio prevenzione e protezione del Cnr. La Iacobelli, esperta di inquinamento indoor, per il Cnr ha curato una collana di pubblicazioni dedicata agli agenti inquinanti, dai composti organici volatili a polveri e combustione. “Anche i piccoli lavoretti domestici, il fai-da-te improvvisato come riparare una sedia rotta o dipingere un mobile, possono diventare rischiosi per la produzione di polveri, l’uso di vernici e diluenti”, ricorda Iacobelli.

Nel mirino degli esperti canadesi c’è anche la plastica, specialmente in cucina. Si raccomanda in particolare di non usare contenitori in plastica per riscaldare cibo nel microonde, anche se riportano nella dicitura che sono adatti a quelle apparecchiature, perché le sostanze chimiche possono passare negli alimenti e nelle bevande.

Sempre in cucina si deve fare attenzione anche all’alimento che si pensa più sano per i piccoli: alcune varietà di pesce, come il tonno, possono contenere livelli elevati di mercurio, con rischi per la salute se si consuma in quantità elevate. Meglio allora privilegiare altre specie come aringhe, trote o salmone.

(27 Giugno 2011)

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