News dalla Rete

I bambini ci prendono in giro

Pubblicato il

Mamme manager attente: una risata potrebbe travolgervi. I bambini sanno scherzare, comprendere l’ironia e contraccambiarla fin dalla più tenera età, a 4 anni addirittura.

Fino a non molto tempo fa invece psicologi e linguisti ritenevano che domande retoriche, iperboli e paradossi fossero un’esclusiva degli adulti, alla quale i più piccoli potevano avvicinarsi non prima dei dieci anni.

Ma uno studio canadese appena pubblicato sul British Journal of Developmental Psychology e condotto analizzando battuta dopo battuta 350 ore di dialoghi tra genitori e figli tra i quattro e i sei anni sembra dimostrare il contrario. I bambini ci guardano, e ci prendono in giro, usando sapientemente un bagaglio che a tre anni arriva a mille diverse parole, e di lì in poi viaggia velocissimamente e continua a evolvere in espressioni, sfumature, capacità di interazione. “Se non fosse così – conferma Irene Vernero, docente di logopedia e responsabile di centinaia di piccoli pazienti che ogni anno passano in un grande ospedale come le Molinette di Torino – non sarebbe spiegabile perché bambini piccolissimi esclamano “che stress!” e subito dopo scoppiano a ridere”.

Non sempre i genitori, le madri soprattutto, sanno accogliere col sorriso questa precoce capacità dei propri figli. “Espressioni come “ora che so che si mangiano polpette sono un pochino meno affamato” irritano le mamme, che le considerano sgarbate o credono di essere le sole a poter usare il paradosso – spiega Holly Recchia, la psicologa canadese che ha condotto la ricerca partendo dagli annunci di nascita nella regione dell’Ontario e seguendo i bambini passo passo – Al contrario, imparare a scherzare con i propri figli può essere un ottimo mezzo per gestire i conflitti educativi”.

Ma i nuovi risultati rimettono in discussione gli schemi usati fin qui dagli esperti sull’intera evoluzione del linguaggio infantile. Scherzare appare una capacità collegata sia all’intelligenza personale sia all’ambiente nel quale si cresce, ma resta un “dono” almeno in parte inspiegabile, come altre abilità dei bambini. “Mentre la scrittura, la lettura e il contare richiedono l’apprendimento di nozioni convenzionali, la parola si impara spontaneamente, per “immersione” nell’ambiente familiare e sociale – spiega Irene Vernero – Ma alcuni piccoli sembrano acquisire prima e più di altri la capacità di comprendere che alcune parole o alcune frasi possono far ridere e di usarle anche quando non posseggono ancora gli strumenti culturali per capirne fino in fondo il significato”. Aver deciso che non si può essere sarcastici prima dei dieci anni, potrebbe anche essere stato un mero errore scientifico, che ha resistito in mancanza di adeguati studi sul campo.

A sostenerlo è una delle più autorevoli studiose italiane, la psicologa dell’età evolutiva Tilde Giani Gallino. “Osservando i bambini nel loro ambiente naturale, per esempio a scuola – spiega Giani Gallino – è facile riscontrare che non solo scherzano tra loro e con gli adulti, ma si pongono anche il problema che la loro esagerazione ironica sia colta nel giusto modo dall’interlocutore”. Una capacità che si rivela anche attraverso i disegni: “Abbiamo chiesto a decine di piccoli allievi delle materne di illustrare qualcosa che avevano inventato e molti hanno prodotto macchine sofisticatissime in grado di svolgere compiti dal sapore surreale come tirare nello stesso momento molte palle di neve – racconta Gallino – Se però il ricercatore mostrava di prendere troppo sul serio l’invenzione, era spesso il bambino stesso a precisare “sto scherzando!””.

Tra le mura domestiche, lo studio canadese, ma anche l’esperienza concreta che viaggia sui blog per sole mamme, parrebbe dimostrare che esiste una proporzione tra le esagerazioni verbali dei genitori e quelle dei figli. Così la mamma esasperata che ha l’abitudine di ripetere “quante volte devo dirti…?” dovrà prepararsi all’ironica risposta “ancora 82”. E quella che tenta un insegnamento morale ricordando al pargolo inappetente la tragedia della fame nel mondo dovrà imparare ad accettare il suggerimento, scherzoso ma tagliente, di spedire ai meno fortunati l’arrosto appena cucinato.

(7 Novembre 2010)

Un pensiero su “I bambini ci prendono in giro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.