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Con due Femminucce, ecco la Famiglia Perfetta!

Altro che auguri e figli maschi, la famiglia perfetta è quella composta dai due genitori e da due figlie femmine.

Più docili, più facili da accudire, più disposte ad avere fiducia in mamma e papà, ma soprattutto meno rumorose, meno litigiose, meno esigenti. Di buon comando, insomma. Chi ce l’avrebbe detto che agli anni Dieci del Duemila uno studio commissionato dal sito genitoriale bounty. com scoprisse, con una ricerca condotta su più di duemila casi, che la felicità sia una famiglia con due figlie come tanta iconografia anni Cinquanta e Sessanta ci aveva abituato.

E tutto quello che in mezzo c’è stato, dalla filmografia alle recentissime serie tv, da Modern Family all’italico Medico in Famiglia dove la grande istituzione è celebrata in modo allargato e contaminato dal campionario della modernità: coppie gay, coppie con un figlio solo e adottato, coppie con figli propri più quelli del primo letto dell’altro? Sì, ben vengano, rispondono gli autori della ricerca, ma questo non vuol dire che secondo il nostro campione la felicità stia lì. E d’altra parte questa fotografia di perfezione familiare si va a sovrapporre al quadretto riproposto al mondo dalla famiglia Obama dove papà Barack e mamma Michelle sembrano convivere senza troppe turbolenze (finora?) con Malia e Sasha, 12 e 9 anni, vigilando con cauta amorevolezza sulle loro adolescenze molto esposte.

Proprio come avveniva negli anni Sessanta nella famiglia Bignardi — genitori e due figli — ben raccontata da Daria nel suo libro Non vi lascerò orfani. Perché, in vibrante contrasto con tanta letteratura sulle sorelle coltelle, già da piccole le due bambine vanno d’accordo più dei maschi, recita la ricerca; e poi da grandi svilupperanno solidarietà insperate come molte coppie solidali dello spettacolo, per esempio le giovanissime Dakota ed Elle Fanning (saga di Twilight la prima, Somewhere la seconda), per non parlare delle più attempate gemelle Kessler che almeno apparentemente hanno simbioticamente continuato per tutta la vita. Sempre solidale ma su uno sfondo doloroso la relazione fra le sorelle Epstein, Denise ed Elisabeth, figlie della scrittrice ucraino-francese Irène Némirovsky: quando la scrittrice fu deportata insieme al marito Michel ad Auschwitz, dove poi entrambi morirono, affidò alle due bambine una valigia dove, disse, «c’erano i ricordi di famiglia» .

In realtà dentro quella valigia che le ragazzine ebree difesero attraverso fughe continue per tutta Europa, c’era — scritto fitto fitto a mano su un quaderno — il capolavoro della scrittrice Suite francese, che fu pubblicato solo dopo molti anni. Peggio, molto peggio va però nelle famiglie — sempre secondo la ricerca britannica — se le figlie si raddoppiano e da due diventano quattro. I genitori devono essere pronti a tutto, anche a domare liti e accapigliamenti, almeno quattro al giorno, distribuiti perlopiù nelle ore canoniche, colazione, mezzogiorno e cena, nonché al momento della buonanotte.

Ognuna ha le sue pretese, e reclama i suoi spazi, e ci mancherebbe, tanto che parecchi genitori del campione (63 per cento) hanno dovuto comprare non solo un’auto ma anche una casa più grande. E sono spese e scenette sicuramente più spinte di quelle che si vivevano in casa March con le quattro sorelle Meg, Jo, Betty e Amy, ritratte dalla penna di Louisa May Alcott in un romanzo ottocentesco che ha forgiato più di una generazione. Ma, in tempi più recenti, chissà quanto hanno patito il doppiatore Renato Izzo e sua moglie con tutte quelle ragazze dalla voce d’oro per casa, Simona, Rossella, Fiamma e Giuppy e cosa succedeva quando cominciavano a cambiare tono e a confrontarsi sui loro diritti. Per non dire del regista Luigi Comencini e di sua moglie la principessa Giulia Grifeo di Partanna alle prese con il quartetto Cristina, Francesca, Paola ed Eleonora, tutte parecchio appassionate di cinema.

Meglio va, ma non ci sono spiegazioni, quando le figlie sono tre, e meglio quindi si saranno trovati Fosco Maraini e sua moglie Topazia Alliata con Dacia, Yuki e Toni. In mezzo, tutta la gamma di altre nove combinazioni (vedi accanto) che si creano considerando da due a quattro figli, ed escludendo i figli unici. E Gisele Bundchen e le sue quattro sorelle, la tribù di otto figli del sociologo Giuseppe De Rita, i nove fratelli Prodi? Inclassificati nella ricerca, perché vanno oltre la famosa soglia di quattro, ma — per quanto ne sappiamo e dato il numero — venuti su piuttosto spartani e senza turbolenze.

(17 Aprile 2011)

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