Duecento milioni di bambini malnutriti ma il mondo spreca tonnellate di cibo
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Ci sono sempre più figli unici, aumentano quelli che vivono con un solo genitore e sono molto tecnologici: quasi tutti hanno ormai il telefonino.
In un concorso per bambini di solito si trovano come premi, almeno in un mondo dove i diritti dei minori vengono istituzionalmente rispettati, giochi, attrezzature scolastiche o strumenti didattici.
Scappano dopo un brutto voto a scuola, perché si credono incompresi, perché in casa non si respira un’aria serena.
Hanno pochi anni, a volte perfino pochi mesi. Sono venuti dall’Africa sui barconi. Adesso sono rinchiusi a centinaia nel centro di detenzione dell’isola.
E’ dal 2001 che la legge sulle adozioni è stata modificata per permettere ai figli di risalire, se possibile, alle proprie origini.
Said OuldSalka ha 13 anni. Suo fratello Yarg soltanto 8. Dovrebbero andare a scuola, nel tempo libero avrebbero diritto di giocare, ma non è così.
Alla Camera dei deputati si parla di biberon: «Non deve essere usato dopo i due anni» , ha raccomandato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel rispondere a un’interrogazione sull’obesità infantile presentata da Benedetto Fucci, del Pd.
A chi non è capitato d’estate di incontrare in aereo quei gruppi di ragazzi italiani di ritorno dalle vacanze estive in Gran Bretagna.
La nascita di un bambino è sempre un lieto evento che, però, comporta per le famiglie costi da non sottovalutare.
La scritta è ancora al suo posto, su un muro di Brooklyn. «Dio non ha mai creato nulla di inutile, ma con le mosche e gli insegnanti ci è andato vicino» .
È stata pubblicata la seconda parte della ricerca Digital Diaries di AVG, azienda specializzata in sicurezza informatica, che conduce inoltre studi finalizzati a valutare come l’interazione dei bambini con la tecnologia sia cambiata nell’era digitale.
Più bravi a scuola, più socievoli, più autonomi. Ma anche più capaci di concentrarsi, più creativi nel gioco, più aperti verso i compagni.
Un Bambino per due genitori più quattro nonni. Cioè uno per sei. Solo in una folla di adulti. Aggiungiamo se va bene un paio di zii e due o tre cugini. Fine.
La vita, in Darfur, può finire presto. Anche da ragazzini, con una condanna a morte da parte di un tribunale che si rifiuta di accertare l’età di imputati appena usciti dall’infanzia.
Oltre 600 mila bambini sfruttati nelle piantagioni di cacao. E migliaia di bambine considerate streghe e per questo affidate dai genitori a santoni che “per guarirle dalla maledizione” le torturano, mutilano, avvelenano, violentano, uccidono.
Una natura avvolgente e sconfinata, tramonti mozzafiato. Ma ancora troppi bambini che vivono in Africa non possono godere di queste bellezze.
Tu, che ti sei affacciato alla vita in questi giorni, hai una probabilità su due di vivere oltre cent’anni.
I volti coperti di polvere e gli occhi sgranati colmi di tutta la paura che li ha assaliti quando la terribile scossa ha fatto tremare Haiti, distruggendo tutto intorno a loro.
Sempre più spesso, negli ultimi vent’anni, la cronaca testimonia casi di madri che uccidono i propri figli.
In Niger si sta consumando un’emergenza silenziosa che rischia di fare milioni di vittime.
Misure più rigide e aumento dei controlli per evitare che i “furbi” aggirino le regole dichiarando il falso.
Anche se non avete mai sentito parlare delle previsioni di Thomas Malthus è probabile che stia ancora condizionando i vostri pensieri. Pensieri neri sul futuro dell’umanità, del tipo «siamo sempre di più e prima e poi la Terra non ce la farà, scoppiando».